martedì 26 maggio 2020

STEP #19 NELL'UTOPIA

Il concetto di Cyborg si colloca come antagonista nel pensiero utopico, secondo Matteo Bergamaschi in alcuni episodi, la dinamica cyborg rivela il proprio potenziale distopico, "è infatti un mondo che ostacola lo sviluppo vitale quello che si delinea in simile orizzonte, un mondo cioè in cui i diffusi dispositivi tecnologici implementano un biopotere che omogenizza i processi vitali, inserendoli nel continuum tecno-informatico".
Il pensiero cyborg eredita originariamente una tematica: in una società in cui il soggetto è destrutturato nella molteplicità dei flussi informatici delle proprie operazioni finanziarie, mediatiche o comunicative, così che «il corpo, il nostro principale strumento di comunicazione con l’esterno, la nostra inter- faccia con il mondo, viene direttamente integrato nel processo di valorizzazione capitalistica, per così dire “a tempo pieno”, e si integra anche con la tecnologia in modo ben più pervasivo e fine che per il passato» il cyborg diviene la possibilità di una resistenza interna a questo sistema, capace di decostruirne la logica di dominio alla volta della costruzione di un ibrido in grado di mettere fuori gioco i dispositivi dualisti che lo imprigionano.
Il cyborg in quanto veicolo di emancipazione, dunque, ma anche di contaminazione e di ibridazione, il cyborg in quanto superamento di ogni fissismo essenzialista e libera sperimentazione «schizofrenica» una volta messa fuori gioco la macchina antropogenetica. 
Dunque possiamo dire che cyborg ha alcune caratteristiche che appartengono all'utopia e altre alla distopia.

Nessun commento:

Posta un commento